Descrizione
Sono passati 81 anni, ma la memoria è ancora viva. Era il 20 giugno 1944 quando le SS entrarono a Vada, radunarono l’intera popolazione nella piazza centrale ed uccisero senza ragione alcuna quattro civili. Solo il coraggioso intervento del parroco Don Antonio Vellutini impedì ai soldati tedeschi di concentrare la popolazione dentro la chiesa, ma i cittadini furono costretti a sfilare di fronte ai cadaveri di Elio e Ivo Vanni, Ruggero Luppichini e Delfo Rofi, barbaramente esposti in Piazza Garibaldi.
In occasione dell’81° anniversario dell’Eccidio, venerdì 20 giugno 2025, alle ore 21.15 presso il Teatro Ordigno di Vada, verrà ricordato quanto accadde in quel tragico giorno. L’iniziativa terminerà in Piazza Garibaldi con la deposizione di una corona d’alloro al monumento ai caduti. Sono stati invitati la Provincia di Livorno e numerosi sindaci con i Gonfaloni.
Il programma al Teatro Ordigno sarà aperto dall’esecuzione dell’Inno degli Italiani quindi ci sarà la proiezione di un video in cui si parla di Vada, della Collina 140 e del fronte toscano, a cura dell’Associazione Toscana ’44. Introdurrà Franco Santini, direttore artistico dell’Ordigno.
Seguiranno gli interventi di Claudio Marabotti, sindaco del Comune di Rosignano Marittimo di cui Vada è frazione, e Giacomo Luppichini, presidente della sezione ANPI “Tarchi” di Rosignano. Quindi ci sarà un breve corteo verso Piazza Garibaldi. Sono previsti interventi musicali della Filarmonica Solvay e del Coro Partigiano Pietro Gori.
PIAZZA GARIBALDI. È la piazza centrale del paese, ombreggiata e ricca di aiuole, Fu dedicata nel 1911 all’Eroe dei Due Mondi, Giuseppe Garibaldi, che come ricorda l’epigrafe, tuttora visibile, "qui il 19 ottobre 1867, prendeva terra, fuggitivo occulto dalla Caprera, alla volta di Roma, che egli rivendicò all’Italia, a viso aperto”. Il monumento a Garibaldi è stato più volte restaurato (qui arrivano dal mare, che è distante meno di 300 metri, forti venti salmastri), ed ha come “compagno”, a pochi metri di distanza, il cippo in marmo bianco che ricorda l’eccidio di Vada del 20 giugno 1944, giorno in cui alcuni militari nazisti in ritirata - come già accennato - uccisero i quattro cittadini inermi Ruggero Lupichini, Delfo Rofi, Elio Vanni ed Ivo Vanni.
Scriveva in un testo utilizzato per una conferenza del marzo 1971 presso la Biblioteca Comunale l’ex sindaco di Rosignano Marittimo Enzo Fiorentini: “Verso la metà del giugno 1944 i tedeschi, incalzati dalle truppe alleate che risalivano da Roma al nord, saccheggiavano lo stabilimento Solvay caricando tutto il materiale possibile su mezzi navali al Pontile di Vada. Impauriti dai partigiani, quando si sparse la voce che a Gabbro in uno scontro erano rimasti uccisi due repubblichini di Vada, i tedeschi usarono la loro abituale tattica, quella della rappresaglia”.
Fu così che la mattina del 20 giugno circondarono il paese di Vada, entrarono in casa di Ruggero Luppichini, tornato la sera precedente con il figlio Emilio da Castellina, dove era sfollato, e lo uccisero. Il figlio fu salvato dal padre, che nascose in soffitta. Per le strade di Vada, mentre la cittadinanza fuggiva, i tedeschi uccisero i due cugini Elio ed Ivo Vanni e, davanti alla madre, un giovane diciannovenne, Delio Rofi. Un quinto ferito riuscì a fuggire. “I tedeschi - raccontava ancora Fiorentini - accolsero i quattro cadaveri e li esposero seminudi in piazza Garibaldi, obbligando la popolazione a sfilare davanti. La minaccia di fare altre vittime fu sventata dal parroco, don Antonio Vellutini, che coraggiosamente offrì la sua vita in cambio di quella dei suoi concittadini. I tedeschi, impressionati, lasciarono libera la popolazione”.