RUGGERO, DELFO, ELIO E IVO: QUATTRO NOMI DA NON DIMENTICARE. RICORDATO L’ECCIDIO DI VADA (20 GIUGNO 1944) AL TEATRO ORDIGNO E IN PIAZZA GARIBALDI

IL SINDACO CLAUDIO MARABOTTI: “IL NOSTRO COMPITO È QUELLO DI TESTIMONIARE, EDUCARE, VIGILARE SU QUELLO CHE ACCADE OGGI PERCHÉ IL MALE, QUANDO TROVA INDIFFEFRENZA, TORNA A FARSI STRADA”
Data:

22/06/2025

Argomenti
Tipologia di contenuto
  • Comunicato stampa
© IGNOTO - Licenza sconosciuta

Descrizione

Tantissimi cittadini e cittadine hanno partecipato alla commemorazione dell’eccidio di Vada, avvenuto il 20 giugno del 1944. Furono uccisi dai nazifascisti Ruggero Luppichini, 48 anni; Delfo Rofi, 21 anni; e i fratelli Elio e Ivo Vanni, di 27 e 30 anni.

“Erano cittadini innocenti. Il loro unico "errore" fu quello di trovarsi nel posto sbagliato in un tempo in cui la vita umana valeva meno di un ordine dato distrattamente” ha detto il sindaco Claudio Marabotti nel suo discorso. “E fa riflettere il fatto che il bilancio avrebbe potuto essere molto peggiore, se non fosse stato per l’intervento deciso di don Vellutini che si rifiutò (ovviamente rischiando la vita) di far concentrare i cittadini dentro la chiesa, dove sarebbe stata possibile una strage, magari innescata da un gesto di ribellione o anche semplicemente di paura incontrollabile”.

L’intervento del sindaco è stato molto preciso, coinvolgente ed emozionante: “Il nostro compito non è solo quello di commemorare. È quello di testimoniare, di educare, di vigilare su quel che accade oggi. Perché il male, quando trova indifferenza, torna a farsi strada. Perché l’odio, se non lo si chiama per nome, si traveste da normalità. Perché la pace, la giustizia, la libertà non sono conquiste definitive: vanno difese ogni giorno, con le parole, con i gesti, con le scelte. A tutti noi spetta il compito di preservare il bene più prezioso che il sacrificio dei nostri quattro concittadini (insieme a tanti altri) ci ha lasciato, che è appunto la pace. E come la salute non è solo assenza di malattia ma una condizione che consente il benessere fisico, mentale e sociale dell’individuo, così la pace non può essere solo assenza di guerra ma una condizione di armonia, tranquillità e assenza di tensioni che consentano lo sviluppo equilibrato delle società e degli individui che le compongono A tutti noi, e soprattutto alle nuove generazioni - ha sottolineato con forza Marabotti - spetta il compito di tenere viva questa memoria. Di trasformarla in impegno. Di costruire un futuro in cui nessuno sia perseguitato per ciò che pensa, per ciò che è, per ciò che ama. Al ricordo di quei martiri di Vada, ci inchiniamo oggi con rispetto e gratitudine. A loro dedichiamo il nostro silenzio rispettoso e il nostro impegno fermo come il marmo del monumento che ricorda il loro sacrificio. Che il loro sacrificio - ha concluso il sindaco - continui a parlarci, ad ammonirci, a guidarci lungo la strada della pace, della libertà e, ultima ma non meno importante, dell’uguaglianza, perché non esiste libertà vera senza pari opportunità e senza giustizia sociale”.

L’appuntamento con la memoria si è svolto in due parti. La prima al Teatro Ordigno dove ci sono stati gli interventi, come detto, del sindaco Marabotti e di Giacomo Luppichini presidente dell’ANPI “Tarchi” di Rosignano. Quindi in pazza Garibaldi, dove è stata deposta una corona di alloro. Tutto il programma della cerimonia è stato accompagnato - a partire dall’Inno degli Italiani - dall’intervento della Filarmonica Solvay e dal Coro Partigiano Pietro Gori.

Molto interessante la proiezione del video sui Sentieri della storia, fra Vada, la collina 140 (battaglia di Castellina Marittima) e il fronte toscano a cura dell’Associazione Toscana ’44. Oltre al documentario, sono state presentate anche immagini sulla presenza delle truppe americane, fra cui il 100° battaglione fanteria di cui facevano parte (442° Regimental Combat Team) i nisei, soldati nippo-americani che operarono fra il 1944 e il 1945 in Italia, compresa la zona di Vada e dintorni, rendendosi protagonisti di numerosi atti di eroismo. Accade anche nella battaglia di Castellina - 140 Hill (Collina 140) che fu detta “Little Cassino”. Anche i nisei parteciparono alla liberazione, il 19 luglio del 1944, di Livorno, dove entrarono marciando. I nippo-americani, proprio perché di origine giapponese, erano stati considerati (dopo Pearl Harbor) nemici degli Stati Uniti e furono internati in campi di ricollocazione. Ma parecchi di loro decisero di arruolarsi proprio perché si consideravano cittadini statunitensi e vennero inviati sul fronte italiano. 21 nisei furono insigniti della medaglia d’onore. E durante una cerimonia a Vada fu il generale Clark a decorare la bandiera del 100°.

Ultimo aggiornamento

Ultimo aggiornamento: 26/06/2025 13:27

Sito web e servizi digitali OpenCity Italia distributed by Bit4ID · Accesso redattori sito