GIORNO DELLA MEMORIA. ALL'ORDIGNO DI VADA DOMENICA 26 GENNAIO C’È “FU SERVITA LA CENA. DIALOGO TRA EICHMANN E ANNA HARENDT”

POI MARTEDÌ 28 (ORE 17) PRESENTAZIONE DEL VOLUME “DALLA CASA NEL BOSCO AL GRANDE MONDO, STORIE DI BAMBINI EBREI TRA LA TOSCANA E ISRAELE” (DA LIVORNO A SASSETTA PASSANDO PER VADA)
Data:

22/01/2025

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Descrizione

Il Teatro Ordigno di Vada ospiterà, nell’ambito delle iniziative per il Giorno della Memoria promosse dal Comune di Rosignano Marittimo in collaborazione con varie associazioni, uno spettacolo teatrale e la presentazione di un libro, rispettivamente domenica 26 gennaio (ore 17.15) e martedì 28 (ore 17) .

Lo spettacolo. “Fu servita la cena. Dialogo tra Eichmann e Anna Harendt”  è il testo in scena domenica 26. Tratto dal libro di Stefano Massini intitolato “Eichmann, dove inizia la notte”, il copione esamina attraverso un dialogo immaginario tra il responsabile delle deportazioni egli ebrei e la filosofa, la personalità di Eichmann e le ragioni o giustificazioni che hanno portato alla Shoah. 

Lo spettacolo - la regia è curata da Franco Santini - vedrà in scena Nicoletta La Torre, Claudio Monteleone e il violinista Alessandro Arieti che sottolineerà di volta in volta i passaggi del dialogo.

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Il biglietto costa 12 euro, ridotto 10. 

Il libro. Martedì 28 gennaio, nel cartellone dell’Ordigno c’è invece - sempre per la Giornata della memoria - la presentazione del volume “Dalla casa nel bosco al grande mondo. Storie di bambini ebrei tra la Toscana e Israele”, di Silvia Trovato e Tiziano Arrigoni (La Bancarella, 2014).

Nelle pagine si narra la storia dei piccoli ospiti dell’Orfanotrofio ebraico di Livorno e in un capitolo, in particolare si parla del “Fantasma della deportazione. Sassetta - Livorno e ritorno passando per Vada”.

Nell’introduzione, i due autori scrivono a proposito dei 21 bambini dell’orfanotrofio israelitico che erano stati accolti dalle suore a Sassetta, proprio per cercare di sfuggire alle persecuzioni razziali e al campo d sterminio.

Nel piccolo paese, dove c’era un comando tedesco, i piccoli avevano trovato rifugio in mezzo al bosco, dove vissero poi fino alla liberazione. Tuttavia all’inizio del mese di aprile del 1944 rischiarono di essere deportati, quando vennero avviati verso il campo di concentramento di Fossoli, anticamera del campo di sterminio.

Era l’ora di cena, verso le 19.30 (probabilmente del 3 aprile), quando al portone della casa delle suore a Sassetta bussarono due giovani carabinieri. Parlarono con la direttrice. E dopo i bambini furono preparati per “andare a fare una gita”, questo fu detto loro per non creare il panico. Da Sassetta raggiunsero Vada su un camion e a Vada vennero fatti salire su un treno con le panche di legno.

Ecco alcune descrizioni tratte dal libro. … “il capostazione fischiò la partenza e il destino sembrava ormai segnato, quando a poca distanza dalla stazione, apparvero cinque caccia alleati che mitragliarono a bassa quota”… i bambini furono presi dalla paura, si gettarono sulla massicciata rimanendo feriti dalle schegge di vetro e di metallo, dalla caduta dei sassi, le urla, i pianti… poi quando tutto fu finito , con il treno reso inutilizzabile, cominciano a dirigersi verso la stazione e verso i campi per trovare la salvezza. Questi bambini furono soccorsi immediatamente da alcuni vadesi, in particolare al podere della famiglia Chiti… li rifocillarono, senza chiedersi troppo il perché fossero là”…

Il parroco Don Antonio Vellutini, laureato in filosofia, insegnante, uscì a sua volta dalla chiesa e si mise ad organizzare gli aiuti ai piccoli insieme ai compaesani, portando all’interno del luogo di culto uno dei ragazzi per nasconderlo.

Una storia da leggere, per riflettere e impegnarsi a fondo per evitare che tragedie simili possano accadere di nuovo.

Nel Giorno della Memoria del 2005, presso la stazione di Vada fu posizionata una targa: “Da questa stazione ai primi di aprile del 1944 furono avviati alla deportazione i ragazzi dell’Orfanotrofio israelitico di Livorno e la loro direttrice. Un attacco aereo fermò il treno che li trasportava. Le famiglie di Vada e il parroco don Antonio Vellutini li accolsero nelle loro case”. La lapide, deteriorata dal tempo e dopo i lavori effettuati all’edificio ferroviario, è ora in fase di sostituzione.

Ultimo aggiornamento

Ultimo aggiornamento: 22/01/2025 12:53

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