Descrizione
Buona la “seconda”, anzi ottima. “La vedova allegra”, operetta di Franz Lehár andata in scena (ultimo spettacolo dell’estate 2025) sul palco all’aperto del Castello Pasquini di Castiglioncello presentata da Fondazione Armunia ha riscosso un caloroso successo di pubblico al termine di una serata conclusa con un selfie (immagine scattata da Biancamaria Monticelli ph., come le altre di scena) del cast al completo insieme agli spettatori. Un’immagine per festeggiare i 120 anni dello spettacolo che debuttò a Vienna nel 1905. E anche un’immagine, in considerazione degli applausi che hanno accolto l’operetta, che guarda a sviluppi futuri per la programmazione al Pasquini.
La serata della “Vedova allegra” - che era stata preceduta in luglio dall’opera lirica “Rigoletto” - ha visto impegnati l’Orchestra Mediolanum. il corpo di ballo Art Follies Ballet (coreografie di Martina Ronca) e Grandi Spettacoli Milano per allestimento e costumi. Direttore d’orchestra era Marcella Tessarin, con la regia di Laura Aurora Terruzzi. E come accade quando la serata è quella giusta, tutto è filato liscio con continui applausi a scena aperta e richieste di bis, concesso per il famosissimo brano “È scabroso le donne studiar”. Il cast era composto da Elena D’Angelo (Anna Glavary), Paolo Cauteruccio (il conte Danilo), Mattia Pelosi (Camillo de Rossillon), Merita Dileo (Valancienne), Matteo Mazzoli (Negus), Gianni Versino (barone Zeta), Carlo Randazzo (conte Cromo), Paola Scapolan (contessa Kromov), Fabio Vivarelli (visconte Cascada). Interpreti, tutti, con il phisique du rôle, grande verve e una particolare empatia verso gli spettatori. Voto alto per tutti e anche per i costumi colorati, scintillanti e perfettamente in stile Belle Époque.
Con “La vedova allegra” si è concluso così, per questa estate 2025 che sta ormai andando verso la conclusione, il debutto della lirica e dell’operetta che mai avevano “calcato” il palcoscenico del Pasquini. “La rappresentazione di Rigoletto dello scorso 15 luglio e questa “Vedova allegra’ hanno avuto un buon riscontro - sottolineano Roberto Riccio amministrazione unico di Fondazione Armunia e il direttore Manrico Ferrucci - Un esperimento riuscito che vorremmo ripetere anche per l’estate del 2026, aprendo un focus su titoli di opere e operette famose, e introducendo anche il musical”.